giovedì 27 settembre 2012

Chablis Premier Cru Vaillons - Jean-Paul & Benoit Droin

Quando si parla di Chardonnay non si può non parlare della Borgogna, dove ogni anno vengono prodotti vini che entrano di diritto tra i simboli dell’art de vivre francese, nonché punti di riferimento assoluti per il mondo enologico.
Lo Chardonnay rappresenta il 45% della superficie vitata della Borgogna ed è diffuso soprattutto nella zona di Chablis, nello Yonne.
Nello Chablis lo Chardonnay viene vinificato e fatto riposare praticamente solo in acciaio, per esaltare le sue note varietali più fresche, fruttate, floreali e vegetali e soprattutto la purezza di quel particolare accento minerale che ricorda la pietra focaia (poudre à canon o pierre à fusil per i francesi).
L’AOC Chablis (Appellation d’Origine Controlèe) è suddivisa in quattro aree di produzione ben definite: Petit Chablis, Chablis, Chablis Premier Cru e Chablis Grand Cru, con vini di struttura e complessità crescenti e con periodi di evoluzione che vanno dai 2-3 anni per i Petit Chablis, fino ai 15 anni per i migliori Grand Cru.
Lo Chablis Premier Cru Vaillons è probabilmente uno dei migliori vini prodotti da Jean-Paul e Benoit Droin a Chablis. Ai classici aromi di agrumi e scorza di limone caratteristici di questa tipologia, nello Chablis Premier Cru Vaillons si sommano note minerali raffinate, con un finale lungo e molto strutturato.
Il famosissimo Robert Parker su “The Wine Advocate” lo valuta addirittura 93 punti e lo definisce così:
“Lo Chablis Vaillons è meravigliosamente vivo nel bicchiere. Un sontuoso, ben articolato bouquet colpisce il palato, dove strati di frutto cristallino emergono con grande autorevolezza. Il Vaillons mostra una spaventosa energia e una continua tensione dall'inizio alla fine. Sentori di scorza di limone, pompelmo e gelsomino perdurano a lungo. Si tratta di un vino spettacolare di Droin. Il Vaillon viene invecchiato per il 20% in legno. Raggiungerà la piena maturità nel 2013-2014 ...”
Se lo dice lui, c’è da fidarsi.
A’ Votre Santé.

mercoledì 26 settembre 2012

Bianchello del Metauro 2011 La Ripe - Az. Agr. Roberto Lucarelli

Il bianchello del Metauro è uno dei vini bianchi tradizionali delle Marche, il cui nome deriva in parte dal suo colore scarico, ed in parte da uno dei principali fiumi della regione, il Metauro appunto.
La zona di coltivazione comprende le province di Pesaro e Urbino e la zona più vocata si trova a nord del fiume Metauro.
La Cantina Lucarelli, oltre a produrre olio, produce esclusivamente due varietà: Il bianchello del Metauro ed il Sangiovese dal cannello lungo.
Il Bianchello del Matautro La Ripe, pur essendo per caratteristiche proprie un vino di modesta struttura, è stato una piacevole sorpresa facendosi notare per i suoi netti profumi floreali e fruttati discretamente eleganti, ed una elevata sapidità dal punto di vista gustativo.
Semplice ma non banale!

Ribolla Gialla - Marina Sgubin

Se vi capita di passare dalle parti del Collio, magari proprio dalle parti di Dolegna sul Collio, prendete la via che porta dritta dritta verso la Cantina Venica & Venica, assaggiate un imperdibile bicchiere di Sauvignon  “Ronco delle Mele”, e poi arrampicandovi per la stessa stradina da cui siete arrivati, giungerete sino al ristorante di Marina Sgubin.
Qui potrete assaggiare la sua deliziosa cucina, il tutto abbinato ai suoi vini, ognuno diverso per ogni portata e tutti ottenuti da uve biologiche.
In Italia attualmente la cultura del vino biologico e biodinamico non è ancora affermata quanto dovrebbe; la maggior parte dei comuni consumatori quando sente parlare di questi termini resta sempre un po’ perplessa.
Ciò a causa di una non corretta informazione su questa tipologia di prodotti e sui procedimenti utilizzati per ottenerli.
Personalmente penso che il futuro riserverà delle belle sorprese a quei produttori che hanno deciso di sposare questa filosofia, e se anche il consumatore dovrà spendere qualcosa in più, per un prodotto più genuino ne valga sicuramente la pena.
La Ribolla di Marina Sgubin è sicuramente un buon prodotto, decisamente complesso nei profumi e con una buona persistenza. Non siamo certo di fronte alla classica “Ribollina” per intendersi, bensì ad un prodotto ben riuscito, che rispetta la natura ed i suoi processi.
Gli altri vini prodotti da Marina Sgubin derivano dai vitigni autoctoni di questa zona: il Friulano, da lei chiamato il Bianco Storico, probabilmente per rifiuto a quanto stabilito a livello comunitario che stabilì che non poteva più essere usato il nome Tocai, la Malvasia Istriana, lo Schioppettino, oltre ovviamente agli internazionali Pinot Nero, Sauvignon, Cabernet, Merlot.
Il costo medio dei prodotti si aggira intorno ai 10 Euro.
Promettente e salutare!
Azienda Vitivinicola Biologia Marina Sgubin
Località Scriò, 13 – Dolegna del Collio

martedì 18 settembre 2012

Ravenna Rosso IGT Burson Max 2007 - Azienda Agricola Spinetta


“Un Cabernet grazie!”; “Un bicchiere di Merlot per favore!”; “Per me due Chardonnay ed un Sauvignon!”.
Pressoché in ogni parte dello stivale, entrando in un bar qualunque, sostanzialmente sono queste le ordinazioni che si sentono fare più frequentemente.
Tutti vitigni internazionali, ovviamente con origini diverse, ormai coltivati in ogni parte del mondo.
I vitigni autoctoni, con le dovute eccezioni (Prosecco, Nebbiolo, Barbera ad esempio), vengono invece oggi sempre più dimenticati, lasciati ai pochi intenditori che hanno voglia di scoprirli.
In realtà, a dispetto di altri paesi europei od extraeuropei, l’Italia è ricca di vitigni autoctoni, più o meno conosciuti.
Pensiamo al Friuli Venezia Giulia ad esempio, con i suoi Ribolla Gialla, Friulano, Schioppettino; oppure al Trentino Alto Adige con i vari Schiava, Teroldego e Lagrein; oppure, ancora, allo stesso Veneto con i suoi Garganega, Vespaiola, Corvina, Rondinella.
Al centro poi abbiamo l’Umbria con il suo splendido Sagrantino, le Marche con il Verdicchio, l’Abruzzo con la Cococciola, il Molise con la Tintillia…
Al Sud stessa cosa: in Calabria il Gaglioppo, in Puglia il Primitivo, il Negroamaro e l’Uva di Troia, in Sicilia il Nero d’Avola, il Carricante, il Cataratto, il Grillo, il Frappato, il Nerello Mascalese.
E questi sono solo alcuni, perché in Italia di vitigni autoctoni registrati ufficialmente ce ne sono oltre 350.
Insomma i vitigni autoctoni in Italia sono davvero tanti e penso meriterebbero di essere maggiormente valorizzati e riscoperti.
L’Azienda Agricola Spinetta ha il merito di seguire questa filosofia, e con il suo Burson Max va a riscoprire un antico vitigno, ormai quasi a rischio estinzione, denominato Uva Longanesi.
Questo vitigno è originario della zona di Bagnacavallo, in Romagna, dove è stata rinvenuta la pianta madre nel podere della famiglia Longanesi (soprannominata appunto "Bursòn”).
L’Uva Longanesi è stata riconosciuta ufficialmente come varietà nel 2000, espandendosi poi con rapidità nelle province di Ravenna, Forlì-Cesena e Bologna.
Il Burson Max generalmente è un vino di grande struttura e buona morbidezza e nelle annate migliori riesce a raggiungere ottimi livelli anche dal punto di vista della persistenza gusto-olfattiva.
L’affinamento è di 18 mesi in barriques di rovere francese e 6 mesi in bottiglia.
Purtroppo l’annata degustata (2007) non sembra essere all’altezza di quanto descritto poco sopra, risultando essere piuttosto “corto” e ruvido, con tannini troppo accentuati nonostante la temperatura di servizio fosse al di sopra di quella ottimale.
Che dire, come si diceva un tempo, rimandato a Settembre. E visto che a settembre ci siamo già, se ne riparlerà l’anno prossimo.
Azienda Agricola Spinetta
Via Pozzo n. 26 – Santa Lucia
48018 FAENZA (RA)
www.spinetta .it

lunedì 17 settembre 2012

Montepulciano d'Abruzzo Rosso di Ripa 2011 - Cantina Ripa Teatina

Ho avuto modo di visitare questa cantina grazie a Violetta e Gianluca, due cari amici conosciuti a New York alcuni anni fa nel corso del mio viaggio di nozze.
Questa cantina sociale si trova nell’omonimo paese in provincia di Chieti, all’interno della zona del Montepulciano d’Abruzzo DOC, a 10 Km dal mare ed a 20 Km dalla Maiella. Può contare all’incirca su 500 soci e le varietà prodotte, oltre ovviamente a quelle autoctone Montepulciano, Trebbiano, Cerasuolo e Pecorino, sono lo Chardonnay ed il Merlot .
I prezzi sono molto convenienti e vanno segnalate due particolari curiosità.
La prima riguarda la possibilità di acquistare il vino sfuso direttamente da delle specie di pompe di benzina, con tanto di prezzo al litro, gradazione alcolica, e temperatura del vino.
La seconda, riguarda il confezionamento dei loro prodotti base, che vengono proposti in appositi “bricchi”, delle sorte di bariletti simili a quelli utilizzati per la birra, con tanto di rubinetto per la mescita.
Il Rosso di Ripa è un Montepulciano in purezza, fatto fermentare in serbatoi di vetro e parte in barrique. L’affinamento avviene solo in bottiglia. Allo sguardo visivo si presenta di un rosso rubino intenso, e dal punto di vista olfattivo presenta i caratteristici profumi che contraddistinguono il Montepulciano d’Abruzzo.
L’alcolicità è moderata, così come la sua persistenza gusto olfattiva. In definitiva un vino sincero e discreto, adatto a tutti i giorni.

giovedì 13 settembre 2012

Verdicchio dei Castelli di Jesi Classico Riserva Vigneto delle Oche - Fattoria San Lorenzo


Ormai sono alcuni anni che mi diletto a degustare i vini della nostra bella Italia, sfinendo amici, parenti, conoscenti e sconosciuti, con i miei discorsi sul vino.
Possibilmente mai lo stesso, sempre uno diverso, sia per vitigno, che per zona, oltre naturalmente alla cantina.
Oggi un bianco del Friuli, domani un Taurasi campano e domani chissà, magari un Gattinara Piemontese.
Approfondire, scoprire nuovi odori, nuovi sapori, arricchire sempre più il mio bagaglio personale.
Questo attualmente è il mio scopo primario, che alimenta la mia passione per questo mondo straordinario.
Una cosa però è certa, sempre meno spesso mi capita di stupirmi, di emozionarmi, di ripensare ad un vino bevuto mesi e mesi prima e di risentirne ancora il suo gusto in bocca, vivo come allora.
Fortunatamente però, a volte succede… Ed allora è “amore” vero.
Il suo tipico riflesso verdolino si vede ancora, ma il giallo vira visibilmente verso il dorato. Questa versione è infatti un 2008.
Mettendolo sotto il naso capisco subito che potrebbe essere una di quelle giornate da ricordare, ma è sempre meglio non illudersi. Non sempre in bocca ritroviamo ciò che il naso può solo prevedere.
Poi finalmente il primo sorso… tremendamente corposo con i suoi 14 gradi e mezzo portati benissimo e con un finale infinito. Di quelli che risenti in bocca anche l’indomani al risveglio.
Fattoria San Lorenzo è una piccola azienda marchigiana ma con un sacco di talento.
Ho avuto la fortuna di degustare anche il loro prodotto base, …Di Gino…., e devo confermare quello che ho sempre pensato, ossia che i grandi vini vanno degustati prima nella loro versione base.
Quando il base è eccellente, cosa che senz’altro si può dire della versione Di Gino, sicuramente la versione di punta non potrà che essere sensazionale …
Signori, tutti in piedi, Standing Ovation!!!

Verdicchio dei Castelli di Jesi - Conti di Buscareto

Il Verdicchio è il simbolo dell’Enologia marchigiana e personalmente, per quanto mi riguarda, è stato subito amore a prima vista, anzi, al primo assaggio.
Purchè non si tratti delle scadenti versioni reperibili nei supermercati, non mi delude quasi mai e lo considero tra i 4 o 5 migliori bianchi d’Italia
Il suo corpo mi affascina ogni volta di più e quando si ha la fortuna di berne una versione invecchiata di 5 – 6 se non addirittura 10 anni non si può non restarne estasiati.
L’Azienda Agricola Conti di Buscareto dispone di circa 70 ettari di vigneto collocati tra Arcevia (destinati alla produzione del Verdicchio), Morro d’Alba (per la produzione dell’omonimo vitigno Lacrima), e Monte San Vito (per la produzione del Rosso Piceno).
L’Azienda produce altresì degli interessanti spumanti metodo Charmat, prodotti rispettivamente con uve Verdicchio e Lacrima, quest’ultimo anche in versione Rosè.
Per essere un Verdicchio base, con affinamento di 4 – 5 mesi in acciaio, è sicuramente un buon prodotto con un ottimo rapporto qualità prezzo. In un ristorante onesto è possibile infatti trovarlo tra gli 8 e i 10 Euro. L’annata 2010 sul loro sito è in vendita a soli 6 Euro.
Giovane ma con la stoffa del campione.